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Fare marketing con Google Web Stories

Il nuovo standard delle comunicazione arriva anche sulle piattaforme di Moutain View, portato in Italia da Velvet Media

Google Web Stories: il nuovo formato della comunicazione online arriva anche su Big G. Dopo l’enorme successo  nato su Snapchat e poi esportato su Instagram, Facebook, WhatsApp e LinkedIn, le “Storie” giungono su Google. Velvet Media, società di marketing e vendita online veneta, è la prima in Italia a proporre questo nuovo formato di comunicazione alle PMI.

Come usare le Google Web Stories per le PMI

Le Stories sono divenute così onnipresenti nella comunicazione sia social che pubblicitaria da essere canonizzate. Chi frequenta i social media riconosce subito i tondi in alto sulla pagina web o dell’app, sa come navigare da una storia all’altra, sa come rispondere (e nel caso non lo sapesse, su TechPrincess abbiamo una guida alle Storie di Snapchat e Instagram).

Le Web Stories di Google sono altrettanto semplici da usare e arrivano su un pubblico potenzialmente immenso. Negli ultimi mesi Google ha collaborato con oltre 30 publisher in India, Brasile e Stati Uniti. Tanto che sono già più di duemila i siti che si sono avvalsi della nuova modalità di comunicazione di Big G. Alcuni dei quali hanno sfruttato l’intelligenza artificiale per trarre il meglio a livello marketing dalla nuova possibilità offerta da Google. Con l’adozione da parte del gigante delle ricerche, le Stories diventano il canale ufficiale per la pubblicità online e suoi social. Quelle su Google hanno poi l’enorme  vantaggio di essere indicizzate nel motore di ricerca: hanno le possibilità comunicative dei canali social e l’utilità delle landing page del sito aziendale.

Velvet Media è fra le poche in Europa e la primissima in Italia a essere attrezzata per gestire il nuovo standard del marketing online. “Il format nasce per la comunicazione sui telefonini”,  piega Matteo Dario, Direttore Marketing in Velvet Media. “Ormai da un anno anche il mercato italiano ha raggiunto quella che internamente chiamiamo “singolarità mediatica”: il numero di smartphone per nucleo familiare ha superato il numero di televisori. Davanti a questa svolta epocale, è logico che anche informazione, intrattenimento e di conseguenza la pubblicità devono sbrigarsi nell’abbracciare formati ancora più immediati, quasi istintivi, proprio come le Web Story. Per tale ragione Velvet Media ha accettato la sfida di Google e ha introdotto nella propria offerta una serie di soluzioni tra cui uno story-plan che parte dai social e arriva al web”.

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Marketing web e social

Le Google Web Stories sono solo l’ultimo passaggio di una trasformazione che ha già stravolto il mondo social, “uniformandolo” sullo standard delle Stories. Secondo una ricerca Hootsuite, 970 milioni di account postano giornalmente una Stories su Instagram, per un totale di oltre mezzo miliardo di contenuti. Oltre il 50% delle aziende fa marketing con le Stories su Instragram ma sono moltissimi che le usano anche su Facebook, Snapchat o Youtube. Le Stories sono un mezzo di comunicazione trasversale, che può essere sfruttato su molti social differenti.

Un ristorante può usare le Google Web Stories per pubblicare il menu del giorno oppure promuovere il link per la prenotazione d’asporto. Un negozio può lanciare un’offerta e raccogliere i dati di chi vuole partecipare. Un’azienda può raccontare i benefici del proprio prodotto di punta e rimandare al link dell’e-commerce aziendale. “I contenuti che si possono diffondere sono moltissimi: dai video alle foto, passando per il testo e la musica. Dato importante è poi quello della permanenza del lettore, che una volta dentro una Web Story ci rimane più a lungo che su una normale landing page” spiega Andrea Ballan, project manager di Velvet Media.

Potete dare un’occhiata all’offerta marketing di Velvet Media a questa pagina. Ulteriori informazioni sulle Google Web Stories le trovate a questo indirizzo.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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