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IAB Italia: senza una nuova Web Tax, le aziende italiane spariranno

La campagna mediatica di IAB Italia mira ad una diversa disciplina fiscale che porti un nuovo equilibrio sul mercato.

Pochi giorni fa, IAB Italia ha lanciato una campagna mediatica con lo scopo di sensibilizzare il mercato e le istituzioni circa la necessità di modificare la web tax italiana. Quest’ultima – proposta all’interno della Legge di Bilancio 2018 – potrebbe accentuare ulteriormente la disparità fiscale tra i colossi del web e le più piccole aziende italiane che lavorano nell’ambito dell’advertising online.

A tal proposito, IAB ha analizzato tre differenti casi, realizzando un interessante confronto con i giganti della rete e, allo stesso tempo, chiedendo una diversa disciplina fiscale che possa riequilibrare i rapporti commerciali sul mercato. Ecco cosa ne è emerso.

Web Tax: il problema

iab italia web tax

Un mobilificio brianzolo, un caseificio pugliese e un pastificio emiliano: sono queste tre le realtà che oggi fronteggiano le più grandi imprese di internet. Tale confronto fa riflettere sullo squilibrio del sistema attuale legato alla tassazione delle attività digitali tra aziende italiani e le corporazioni estere, i veri padroni dell’advertising online.

“Nella sua veste attuale, la norma determinerebbe infatti uno svantaggio per le imprese digitali italiane, perché si aggiungerebbe alla tassazione ordinaria, penalizzando ulteriormente le imprese locali nei confronti dei competitor esteri la cui sede legale è spesso in Paesi caratterizzati da un trattamento fiscale vantaggioso”, sono le parole di Carlo Noseda, presidente di IAB Italia, che aggiunge:

Del resto l’equità fiscale è uno dei punti cruciali su cui si gioca la crescita dell’intero comparto, un comparto che occupa oltre 250.000 professionisti a tempo pieno e ove per ogni euro investito in adv digitale ce ne sono 25 euro in indotto. Un valore che negli anni ha proseguito a crescere in maniera sostanziale, ma che rischia di arrestarsi proprio per l’attuale iniquità fiscale che pesa esclusivamente sulle nostre imprese”.

Le proposte di IAB Italia

Secondo IAB Italia, un’eventuale modifica dell’attuale norma dovrebbe considerare tre criteri:

  • Circoscrizione dell’ambito soggettivo di applicazione, ovvero contenere l’applicazione solo alla pubblicità online
  • Limitazione dell’ambito soggettivo di applicazione, quindi limitare il perimetro di applicazione alle imprese di rilevanti dimensioni per fatturato – sia a livello globale che nazionale
  • Inserimento di un meccanismo premiale, la possibilità per le imprese che dimostrino di aver assoggettato a tassazione congrua i ricavi ottenuti dai servizi in oggetto

“L’obiettivo di queste proposte è quello di attenuare la disparità concorrenziale oggi in atto sul mercato, andando a colpire solo le posizioni di abuso e garantire l’intercettazione della reale capacità contributiva di un’azienda senza gravare sulle piccole e medie imprese locali”, ha concluso Noseda.

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Pasquale Fusco

A metà strada tra un nerd e un geek, appassionato di videogiochi, cinema, serie TV e hi-tech. Scrivo di questo e molto altro ancora, cercando di dare un senso alla mia laurea in Scienze della Comunicazione e alla mia collezione di Funko Pop.

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