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Il lavoro ibrido: presente e futuro della collaborazione professionale

Secondo uno studio di Poly lo smart working e la ridefinizione degli spazi plasmeranno il futuro strategico del lavoro

Il futuro della collaborazione professionale è già iniziato da qualche mese: si chiama lavoro ibrido. Secondo un’analisi di esperti, psicologi e professionisti nella progettazione degli spazi di lavoro condotta da Poly esiste una “nuova normalità“. Che vede i dipendenti liberi di scegliere dove e quando lavorare mentre le aziende ridefiniscono modalità e luoghi di collaborazione e creatività.

Il lavoro ibrido ridefinisce i modelli di lavoro

Nella presentazione dello studio sul Lavoro Ibrido, Darrius Jones, EVP e CSO di Poly ha sottolineato che “La ‘nuova normalità’ gira intorno al lavoro ibrido che diventerà un vero e proprio trend della forma in cui le imprese rispondono alla crisi della pandemia, riprogettano la maniera di lavorare e si reinventano”.

Questo significa che il futuro del lavoro prevede modelli più flessibili, che permettono ai dipendenti di scegliere quando e dove lavorare. Questa forma di lavoro ibrido permette di guardare ai risultati, senza farsi distrarre dalle abitudini del presenzialismo. Non importa quante ore si lavora ma che obiettivi si raggiungono. In questo modo si possono ottimizzare anche gli spazi sul luogo di lavoro, creando luoghi per lavoro personale ma soprattutto luoghi dove incontrarsi e collaborare. Tutti tecnologicamente attrezzati per essere connessi con tutti i collaboratori.

Tom Cheesewright nel rapporto di Poly mette in evidenza come “la natura del lavoro stava cambiando già prima della pandemia, perché sono le imprese che si stanno trasformando”. La tecnologia ora permette il lavoro ibrido ma quello che serve è “investire anche nelle componenti culturali e comportamentali relative al lavoro flessibile”. Nei prossimi anni il mondo del lavoro deve essere in grado di soddisfare le esigenze dei dipendenti anche reinventando l’ambiente di lavoro. Per promuovere la creatività e la collaborazione fra lavoratori.

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Spazi ibridi per un lavoro sempre più flessibile

Nel rapporto di Poly emerge un’attenzione crescente nel ridisegnare i luoghi di lavoro, che non sono più solo l’ufficio. Nell’analisi dell’architetto Sarah Susanka è fondamentale anzitutto creare spazi domestici per lo smart working, che saranno fondamentali nelle case del futuro “come la cucina”. Ergonomia e ispirazione: non possono essere solo un laptop sul divano ma veri e propri home office.

Altrettanto fondamentale è dare importanza al coworking. Gli spazi per collaborare saranno un investimento importante per le aziende, anche fuori dai centri urbani. Questo perché possano attrarre talenti e stimolare la collaborazione fra creativi, che possono trovare idee ed innovare. Ma per farlo hanno bisogno di confrontarsi ed una chiamata su Zoom non sempre può bastare.

Questo cambierà anche il profilo urbano. Se la struttura delle città rimarrà invariata dal punto di vista residenziale, forse ci sarà sempre meno bisogno di grandi uffici nelle metropoli. Ci sarà invece più spazio per i servizi, dai ristoranti alle palestre.

Le aziende devono gestire il cambiamento culturale

La docente di leadership e dialogo Megan Reitz ritiene il cambiamento culturale un punto imprescindibile per la rivoluzione che sta avvenendo nel mondo del lavoro. Serve creare gruppi di lavoro ibridi che garantiscono il dialogo fra i professionisti. Squadre agili e sensibili ad ogni membro del team.

cube poly lavoro ibrido smart working

I manager che gestiscono questi gruppi di lavoro dovranno aver cura di essere inclusivi: i team con profili diversi innovano e migliorano l’aziende. Bisogna però essere in grado di apprezzare le differenze senza schiacciarle. Dovranno essere manager curiosi, che si interessano dei dipendenti e fanno domande. E dovranno soprattutto essere chiari e specifici riguardo agli obiettivi e al motivo della collaborazione.

Il lavoro ibrido richiede un investimento tecnologico

Se creatività e collaborazione sono i valori su cui basare il futuro ibrido del lavoro, c’è bisogno di assecondarle e potenziarle il più possibile. La tecnologia diventa quindi fondamentale per reinventare le aziende e creare valore nei prossimi due o tre anni.

Ad esempio diventa essenziale migliorare la qualità del set up per lavorare da casa. Nella demo mostrataci da Poly le telecamere e i supporti audio facevano la differenza nella qualità della conversazione. Nella conferenza su Zoom, quando il responsabile per il Product Marketing Gavin Sear ha usato la telecamera Cube la qualità d’immagine è aumentata vistosamente rispetto a quella del laptop. L’audio con Calisto o con il piccolo CCX era molto più chiaro, l’headset BlackWIRE 8225 ha cancellato quasi del tutto il rumore dell’aspirapolvere che teneva in mano.

StudioX poly

Boudewijn Moerman ha mostrato anche i prodotti premium, come la voice bar Poly Studio, Poly Studio X30 e X50 per avere video e audio in stanze di medie dimensioni. Oppure TRIO C60  per le sale riunioni. G7500 è un pacchetto completo per gli spazi di collaborazione. Rooms Solutions for Teams infine ci ha portato davvero nella sala riunioni dove stava avvenendo la demo: non c’erano rumori esterni che davano fastidio, la voce era cristallina anche lontano dai microfoni durante la presentazione.

Il lavoro del domani è gia inziato

Le potenzialità del lavoro ibrido sono oggetto di analisi sempre più attenta da parte delle aziende. Per il benessere dei dipendenti e per la produttività dei team di lavoro, trovare le giuste soluzioni in termini di modalità, spazi, cultura e tecnologia diventa fondamentale. Lavorare in maniera smart non è più solo una necessità emergenziale ma una direzione strategica.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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