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Lexmark: superare l’obsolescenza programmata

Abbiamo incontrato Giancarlo Soro, il Country General Manager di Lexmark Italia, che ci ha raccontato i vantaggi della “durabilità pianificata”

Lexmark è un’azienda storica nel mondo della stampa. Fondata negli Stati Uniti nel 1991 come spin-off della divisione stampanti di IBM, Lexmark nel 2016 è stata acquisita da un consorzio di aziende cinesi e oggi propone sul mercato stampanti e multi-funzione per aziende di qualsiasi dimensione.

“Obsolescenza programmata” vs “durabilità pianificata”

Giancarlo Soro, Country General Manager di Lexmark Italia, ha condiviso con Tech Business la visione dell’azienda sul tema, molto caldo in questo periodo, dell’obsolescenza programmata, proponendo la visione di Lexmark di “durabilità pianificata”.

Tech Business: qual è la visione di Lexmark sul tema dell’obsolescenza programmata?

Lexmark Giancarlo SoroGiancarlo Soro: Nel 1924, quando il mercato automobilistico statunitense iniziò a raggiungere il punto di saturazione, GM diede vita a una nuova strategia di marketing, presentando ogni anno novità di progetto per le proprie vetture. Nacque così l’idea del “modello di quest’anno” che spingeva i consumatori a ritenere di dover sostituire la propria auto di frequente. Il designer industriale Brooks Stevens definì negli anni ’50 questa tendenza come “l’instillazione negli acquirenti del desiderio di possedere qualcosa di un po’ più nuovo e un po’ migliore un po’ prima del necessario”. Questa definizione sintetizza perfettamente il problema: dover reinvestire prima del dovuto.

C’è stato un periodo in cui era motivo di orgoglio per i produttori essere capaci di creare prodotti durevoli. Naturalmente anche ora sarebbero in grado di farlo – le competenze e le conoscenze necessarie per dare vita a una tecnologia che duri nel tempo esistono senza dubbio – ma la cosiddetta obsolescenza programmata è una strategia di marketing.

In riferimento alla progettazione di prodotti con una durata limitata ad arte, alcuni settori sembrano essere più avanti di altri. È opinione diffusa tra gli utenti pensare che le aziende di telefonia mobile spingano i clienti ad acquistare nuovi device ogni anno, dato che i modelli precedenti non sono in grado di supportare nuove app. Nell’industria del software invece, la percezione è che ogni nuova versione rappresenti semplicemente la possibilità di addebitare un importo maggiore per le licenze o per garantire la continuità del supporto tecnico.

L’altra faccia della medaglia è la “durabilità pianificata”. Invece di presumere che l’obsolescenza programmata sia necessaria come incentivo al consumo, la durabilità pianificata riconosce che la tecnologia intenzionalmente progettata per durare più a lungo si traduce in meno interruzioni e guasti, riducendo quindi i costi – per il consumatore, il produttore e l’ambiente – nel lungo periodo.

TB: quali sono quindi i vantaggi della durabilità pianificata?

LexmarkGS: L’avvento della tecnologia usa e getta è miope quando si pensa all’ambiente, oltre a essere ingiusta nei confronti degli utenti che sono stati abituati ad accettare l’obsolescenza troppo presto. Facciamo l’esempio della tecnologia da Ufficio. Che si tratti di dispositivi multifunzione, PC o monitor, di solito sono realizzati per durare tra i tre e i cinque anni. In realtà spesso non vengono sostituiti prima dei sei anni, il che significa che – sicuramente dopo il quinto anno –  i costi di manutenzione iniziano a salire lasciando le imprese con l’ardua scelta tra pagare troppo spesso l’assistenza oppure investire in un refresh completo. I prodotti devono essere appositamente progettati per supportare una durata più lunga e permettere agli utenti di ottenere il massimo dai propri investimenti.

L’affidabilità sul lungo termine significa inoltre migliore sostenibilità grazie a funzionalità integrate quali la modalità di risparmio energetico; la riduzione dello scarto; un minor utilizzo di consumabili e programmi di riciclo per componenti come le cartucce e il packaging. I prodotti nuovi dovrebbero essere progettati per integrare materiali riciclati e parti tradizionalmente realizzate in plastica costruite con equivalenti metallici più robusti e duraturi. I componenti durevoli riducono gli interventi, migliorano l’assistenza, sopportano meglio gli ambienti ostili e permettono a utenti, partner e vendor di risparmiare tempo e denaro.

Utenti e produttori devono dare vita a una relazione eco-responsabile perché la durata di un prodotto dipende dall’uso quotidiano della tecnologia. Potenza, connettività e aggiornamenti impattano sull’ottimizzazione degli apparati. Gli utenti devono essere disponibili e disposti a essere coinvolti in iniziative di sostenibilità, quindi la creazione di team dedicati; la formazione dei dipendenti; la definizione di specifici indicatori di performance legate alla sostenibilità; il supporto nella raccolta e nella creazione di catene logistiche per il rifornimento sono solo alcuni esempi di come clienti e vendor possono collaborare per migliorare la durabilità dei prodotti.

L’approccio di durabilità pianificata per l’ingegnerizzazione di prodotti più resistenti comprende la loro connessione a un’infrastruttura più estesa, cloud compreso. Progettando device, soluzioni e servizi che lavorano in concerto gli uni con gli altri, la produttività di utenti e processi è migliore, gestione e aggiornamento semplificati. In questo modo si estendono gli investimenti e si riducono impatto e costi.

TB: Cosa possiamo aspettarci per il futuro?

GS: Anche se tutti siamo al corrente dell’esistenza dell’obsolescenza intrinseca, raramente viene segnalata. L’EU sta valutando la questione fissando degli standard di progetto per ridurre al minimo gli sprechi in termini di energia, risorse e denaro, oltre a richiedere un’etichettatura chiara circa la longevità di un prodotto.

Molti produttori stanno già lavorando per realizzare prodotti che durino più dei canonici tre anni perché comprendono che la durabilità pianificata dà vita a una catena del valore che spazia dal design fino all’utente. Riconoscono che un ciclo di refresh è costoso per le imprese, facendo lievitare i costi per via del processo di RFP, nuovi apparati, implementazione, impatto sugli utenti e l’IT.

Quindi, al prossimo technology refresh, che si tratti di monitor, telefoni o printer-scanner, assicuratevi di scegliere un fornitore che dia valore ai suoi device facendoli durare di più perché questo, per voi, significa meno disagi, malfunzionamenti e massimo ritorno sull’investimento

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Vittorio Manti

Gamer per passione da quando avevo 9 anni e chiesi come regalo della comunione una console invece della bicicletta (era il lontano 1979), da oltre vent’anni scrivo di tecnologia e videogiochi e ho diretto alcune delle testate più importanti del panorama editoriale italiano, come Il Mio Computer, Chip e negli ultimi anni Euronics Movies&Games.

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