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Lo stato dell’innovazione nel mondo della moda e del design

Siamo stati a un incontro organizzato da Endeavor Italy per scoprire di più sulla situazione attuale nei settori, tra sostenibilità, investimenti e digital transformation.

Qual è lo stato dell’arte nel mondo del fashion e del design, quando si parla di innovazione? È questa la grande domanda a cui si è cercato di rispondere in maniera approfondita alla mattinata organizzata da Endeavor Italy qualche giorno fa. La Milan Design Week in corso ha fornito l’occasione ottimale per fermarsi e riflettere su questi temi e studiarli da tanti punti di vista. E così abbiamo potuto assistere a tre panel in cui professionisti da questi settori hanno raccontato il proprio punto di vista.

È stato un momento decisamente informativo, in cui è stato possibile offrire tanti spunti di riflessione importanti. Ognuno dei tre incontri si è focalizzato su un tema specifico, passando dalla sostenibilità, agli investimenti fino a giungere alla cosiddetta digital transformation. Abbiamo voluto raccogliere i concetti più interessanti tra quelli emersi in questa giornata, per cercare di offrirvi una panoramica di quanto è stato discusso in questa occasione e – perché no? – avere anche un vostro parere sui vari temi discussi.

Sostenibilità e l’importanza di comunicarla

Il tema della sostenibilità è sempre più importante per il mondo delle aziende, qualunque sia il settore. La Corporate Social Responsibility è diventata un aspetto chiave, da tenere sempre sotto controllo, sia per ragioni prettamente economiche, dato che può aiutare una compagnia a aumentare di molto i profitti, sia perché, ovviamente, fare del bene da sempre risultati positivi.

A moderare l’incontro su questo tema è stata Francesca Romana Rinaldi, Professoressa in Strategy and Fashion Management all’Università Bocconi. Insieme a lei Ercole Botto Poala, CEO di Successori Reda, Simon Giuliani, Global Marketing Director per Candiani, Nicola Giuggioli, CEO di Eco-Age, e Juan Carlos Romero, Strategy & Innovation di Carlo Ratti & Associati.

Quello che è emerso dal panel è la lunga evoluzione che il concetto di sostenibilità e la sua ricezione hanno avuto nel tempo. Oggi è un tema caldo, certo, ma solo qualche anno fa non era facile parlarne. Spesso ci si trovava davanti a un muro, senza la possibilità di spiegare le proprie ragioni. Come spiegava Giuliani, la sua compagnia ha dovuto impegnarsi davvero molto per fare passare il concetto organizzando corsi e classi appositi. Il fenomeno del greenwashing, con aziende che fanno a gara per dimostrarsi verdi anche quando non lo sono, per quanto negativo è un segnale forte di come sia cambiata l’immagine della sostenibilità.

Questo anche grazie a imprese come Eco-Age, che lavorano proprio per comunicare al meglio l’importanza del rispetto ambientale. Raccontare la sostenibilità è importantissimo, non soltanto per il classico mantra “Se non comunichi non esisti”. Spesso infatti si innesca un circolo virtuoso, che porta i clienti a premiare sempre più i prodotti ecologici e a guidare i settori verso un maggiore rispetto. Con ovvi vantaggi per tutti.

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Investimenti e l’aiuto della tecnologia

Dopo un lungo periodo di equilibrio, l’ultimo decennio ha portato un discreto movimento nell’aspetto organizzativo delle aziende. Sono sempre di più i modelli di governance che nascono, con le strutture più varie e complesse (o viceversa, semplici). Ovviamente per potersi evolvere e diventare sempre più grandi spesso sono necessari nuovi investimenti, spesso provenienti da fondi di capitale di rischio o private equity o, soprattutto nei casi delle start-up, incubatori di vario genere.

A raccontare il proprio punto di vista sono stati Eugenio Conforti, Director di N.U.O. Capital, Andrea di Camillo, Managing Partner di P101, e Mauro Iacobuzio, Senior Manager di ELITE Club Deal. A moderare i loro interventi era presente Giusy Cannone, CEO di Fashion Technology Accelerator.

I diversi discorsi di questo incontro hanno spesso ricordato come non esista una vera e propria ‘ricetta per il successo‘. Chiaramente si può intuire situazioni in cui c’è un potenziale e investire, ma non per tutte le aziende la strada sarà la stessa. Un chiaro esempio viene dall’aspetto dell’internazionalizzazione. Con un mondo sempre più globalizzato e uno sviluppo tecnologico sempre maggiore, è facile raggiungere mercati nuovi oltre confine, ma non sempre è l’opzione migliore e non per tutti è un passaggio che deve avvenire nello stesso momento del ciclo di vita. In questi casi poi è importante comprendere a pieno il territorio in cui espandersi, soprattutto per i paesi asiatici.

Una riflessione interessante riguarda proprio il tema del panel precedente. Dal punto di vista della sostenibilità, le nuove aziende come le start-up sono molto più facili da gestire. Partendo da zero è facile infatti costruire un ambiente rispettoso dell’ambiente.

La Digital Transformation e il suo rapporto con il retail

E giungiamo infine a quello che è forse il tema principe degli ultimi mesi: la Digital Transformation. Sono sempre di più le compagnie che stanno avviando o velocizzando questo processo, fondamentale per rimanere al passo con la concorrenza interna ed estera. Dopotutto lo sviluppo tecnologico offre sempre più possibilità di ottimizzazione ed è importante sfruttare queste occasioni.

A guidare l’esplorazione di questo argomento così complesso è stato Riccardo Bovetti, Partner EY FAAS. Gli interventi sono stati invece a cura di Antonio Fossati, CEO di RDS Consulting, Anna Matteo, Digital Transformation & Information Technology Director per OVS, Kyle Hoff, CEO and Co-Founder di Floyd, e Andrea Calcagno, Founder & CEO di Cloud4wi.

Come si può legare la Digital Transformation con il mondo retail, spesso visto come minacciato proprio dal progresso tecnologico? In realtà le possibilità di sinergia sono moltissime, senza la necessità che un ambito prevalga sull’altro. La chiave di volta è avere una chiara strategia, ma soprattutto l’integrazione tra i propri servizi.

Anna Matteo ha spiegato come spesso i propri clienti online preferiscano ritirare i prodotti nei negozi retail, per testarne la fisicità. L’obiettivo è costruire quindi un percorso solido per l’acquirente, che venga guidato (o meglio ancora accompagnato) passo passo nel proprio customer journey. In questo aiutano molto anche i dati aggregati, oggi disponibili più che mai, che permettono di creare esperienze personalizzate e più curate.

Voi cosa ne pensate? Come si evolveranno questi temi nel futuro? Che ruolo credete che giocheranno sostenibilità e digital transformation da qui a un anno? E da qui a dieci? Fateci sapere il vostro parere!

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Mattia Chiappani

Ama il cinema in ogni sua forma e cova in segreto il sogno di vincere un Premio Oscar per la Miglior Sceneggiatura. Nel frattempo assaggia ogni pietanza disponibile sulla grande tavolata dell'intrattenimento dalle serie TV ai fumetti, passando per musica e libri. Un riflesso condizionato lo porta a scattare un selfie ogni volta che ha una fotocamera per le mani. Gli scienziati stanno ancora cercando una spiegazione a questo fenomeno.

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