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La nascita della figura del Chief Automation Officer

L'automazione dei processi diventa una necessità, serve un ruolo dedicato in azienda

Aziende di ogni dimensione stanno sempre di più indirizzando il proprio interesse (e le proprie risorse) verso l’automazione intelligente. Usando l’intelligenza artificiale applicata alle operazioni IT (AIOps), sfruttando il potenziale della robotica e servendosi della tecnologia per la gestione delle decisioni aziendali. Tutti elementi che portano alla nascita e al consolidamento della figura del Chief Automation Officer, un ruolo dirigenziale capace di gestire questo cambiamento.

Chief Automation Officer, il profilo di questo ruolo emergente

Secondo l’analisi di Salesforce, 9 lavoratori su 10 pensano che gli strumenti di automazione migliorano l’equilibrio vita-lavoro. Automatizzare i processi può rendere le aziende più competitive. Purché si presti attenzione all’esperienza di utenti finali e dipendenti, valutando l’impatto dell’automazione sull’intera organizzazione. Con l’obiettivo di rimuovere le mansioni ripetitive dal lavoro dei dipendenti affinché siano liberi di sfruttare il proprio talento su processi a valore aggiunto.

Per questa gestione, può servire un dirigente C-Suite dedicato: il Chief Automation Officer (CAO). Un ruolo che sta emergendo per guidare le compagnie alla transizione digitale in maniera intelligente. E che sta sempre più assumendo un ruolo importante in azienda, di pari passo al crescere di importanza dell’automazione.

Il CAO ha la responsabilità di implementare i processi di business e le decisioni operazionali dell’IT in tutta l’enterprise, per valutare come e quando inserire elementi di automazione. E capire quale strategia adottare per migliorare le performance e semplificare il lavoro a tutti.

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Oltre alle competenze tecniche e gestionali, un CAO deve avere l’abilità di collaborare direttamente con il Chief Data Officer (CDO) per rilevare i dati sui workflow automatizzati. E anche con il Chief AI Officer (CAIO) dove presente, per implementare algoritmi avanzati nei processi di automazione. Oltre che con il COO per gestire il cambiamento.

Un ruolo adatto a più industrie

L’automazione abilitata dall’AI permette alle organizzazioni di applicare l’intelligenza artificiale su tutto il business. Qualcosa che può abbassare i costi e migliorare l’esperienza degli utenti e anche quella dei dipendenti. Un Chief Automation Officer deve quindi saper valutare la correlazioni fra i business aziendali, saper ricavare insight e stabilire dei KPI per valutare il funzionamento dei vari sistemi. Utilizzando l’AI, le enterprise possono raccogliere i dati sull’automazione e passare dagli insight alle azioni in maniera semplice e rapida.

Questo approccio può potenzialmente giovare ogni verticale. Nella manifattura, il CAO può permettere di trovare componenti difettosi sulla linea produttiva con un sistema automatico. Nell’elettronica può effettuare controlli e manutenzioni automatiche. Nei servizi finanziari può gestire in automatico i pagamenti e valutare il comportamento dei clienti. Per il settore retail può trasformare l’esperienza dei clienti.

Il Chief Automation Officer per combattere lo “skill gap” crescente

La difficoltà delle aziende nell’attrarre talenti, legata tanto alla situazione pandemica quanto a problemi strutturali, sta creando uno “skill gap” in molti settori. Ma secondo quanto riporta il report di IBM Global AI Adoption Index 2022, l’adozione di AI permette di gestire alcune lacune automatizzando i processi.

Per esempio, automatizzare mansioni per rendere più produttivi i lavoratori. Ma anche usando tool formativi assistiti dall’AI e sistemi per l’engagement dei dipendenti. Un’azienda su quattro sta adottando sistemi AI per gestire la mancanza di lavoratori e di skill. E il 30% degli esperti IT pensa che la propria azienda stia risparmiando tempo e liberando risorse con l’automazione.

La trasformazione delle operazioni IT e core business

Automatizzare i processi libera i dipendenti dalle procedure ripetitive, permettendo loro di concentrarsi su operazioni a valore aggiunto, che fanno la differenza. Una di queste aree a valore aggiunto per il reparto IT può essere la capacità di evitare (o in alternativa risolvere velocemente) i problemi. La grande espansione delle reti aziendali rende questa esigenza sempre più fondamentale.

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Backup foto creata da rawpixel.com – it.freepik.com

Le AIOps, che sfruttano l’intelligenza artificiale per prevenire in maniera proattiva i problemi, rendono le applicazioni e i sistemi IT più affidabili. Con risparmi potenziali enormi per le aziende. L’AI permette ai team IT di concentrarsi su ciò che è importante, evitando le mansioni ripetitive, e inoltre permette di cogliere potenziali rischi prima che diventino problematici.

Anche a livello di business l’automazione permette di essere più dinamici ed evitare azioni ripetitive. Per esempio potete utilizzarle per inviare email per il marketing in tempi prestabiliti, filtrare i curricula, fissare i colloqui, gestire le paghe e i benefit, così come qualificare le lead, assegnare i progetti e automatizzare la gestione.

Il Chief Automation Officer può gestire tutte queste funzionalità in maniera che abbiano un impatto netto positivo sulle aziende. La versatilità di poter utilizzare l’AI in diversi verticali e in diversi casi, così come la capacità di lavorare con altre figure in azienda, rendono il CAO una risorsa importante per tutto il business.

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Source
Venture Beat

Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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