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Nutanix e il controllo dell’entropia nel multicloud

Si è da poco tenuto a Londra l’evento annuale di Nutanix: il .NEXT 2023. Come spesso si fa in queste occasioni, si è parlato del presente e del futuro dell’azienda. Di grandi risultati ottenuti nel 2023 e degli obiettivi del 2024. Tutte cose importantissime che però, nel caso di Nutanix, hanno un filo conduttore molto speciale: una visione olistica del multicloud moderno e l’obiettivo di ridurne l’entropia per renderlo più gestibile e controllabile ma, soprattutto, uniforme rispetto ai servizi.

L’entropia del multicloud

Il cloud, lo abbiamo già scritto su queste pagine, è cambiato molto in questi ultimi due anni. Con uno sfruttamento più intenso di questa tecnologia le aziende si sono accorte che la visione romantica del cloud con un calderone dove infilare dati e applicazioni aveva dei difetti. Non tutti i dati hanno la stessa importanza e non tutte le informazioni possono essere dislocate senza il controllo del proprietario. Pertanto, da due anni si parla sempre di più di cloud ibrido e di multicloud. Il primo prevede una combinazione di cloud pubblico e privato, il secondo vede la cooperazione di più cloud pubblici di operatori diversi.

Questa nuova visione ha permesso si di incrementare la penetrazione della tecnologia ma ha anche avuto un costo: ha complicato in maniera sensibile l’architettura. Cosa che, se ci pensiamo, va in direzione opposta rispetto alla visione iniziale ancora presente nella definizione del NIST (National Institute of Standards and Technology)

Il cloud computing è un modello di accesso omnicomprensivo a un insieme di risorse configurabili e condivise in rete (ad esempio, reti, server, storage, applicazioni e servizi) che possono essere allocate e rilasciate rapidamente con uno sforzo di gestione e una interazione con il fornitore di servizio minimi.

NIST – Definizione di cloud computing

Per cui, le soluzioni tecnologiche che adottiamo oggi portano spesso disordine o caos (ovverosia entropia) nel sistema.

Ed è proprio qui che si innesta la visione di Nutanix per il multicloud: un’architettura uniforme e facilmente gestibile all’interno della quale sviluppare e mettere in produzione i nostri servizi. Questo approccio, diversamente da alti, vede gli operatori cloud come dei punti di servizio e non come degli elementi architetturali.

Parte tutto dalle applicazioni

Andrew Brinded
Andrew Brinded

La linea di Nutanix parte da una considerazione molto semplice: oggi, tutta la nostra vita gira attorno al software e alle applicazioni. Esattamente da qui è partito il discorso di Andrew Brinded, Chief Revenue Officer di Nutanix. Oggi siamo subissati da applicazioni e software per la gestione dei dati. Il loro incremento in questi ultimi anni ha portato a dei cambiamenti significativi nel modo in cui viviamo e lavoriamo. Soprattutto, ha portato a un panorama tecnologico più variegato e complesso, con il conseguente innalzamento dell’entropia delle infrastrutture cloud.

Di fatto, continua, Brinded, alla stragrande maggioranza delle aziende che usano cloud è già capitato di migrare applicativi da una infrastruttura a un’altra. Il feedback raccolto è che nel 94% dei casi il personale IT reputa sarebbe più comodo usufruire di un unico contenitore per la gestione di dati e applicazioni, anche dal punto di vista delle policy di accesso.

È proprio sulla base di queste considerazioni che Nutanix promuove la sua visione olistica del multicloud.

Focus sul TCO

Nutanix è da sempre estremamente focalizzata su costo delle infrastrutture. Ciò le permette di dare ai suoi clienti delle sicurezze sul lungo periodo per i loro investimenti IT. Sta di fatto, però, che oggi, una delle problematiche più forti nell’adozione del cloud è la non capacità di poterne predire i costi. E questo, lo dice anche l’Osservatorio Cloud del Politecnico di Milano.

A dimostrazione, capita spesso che sulle console di amministrazione cloud si possano approvvigionare risorse in quantità arbitrarie, ma poco o nulla viene detto su quale sarà l’impegno economico. Per le grandi realtà multinazionali questo ha un senso, ma per le PMI può rappresentare un ostacolo. Nutanix, nella sua proposta infrastrutturale, punta fortemente a supportare i suoi clienti nella gestione dei costi sia on previse che in cloud.

La soluzione, abbiamo visto durante una demo al .NEXT 2023, risolve il problema alla radice attraverso un sistema integrato nella sulla console di amministrazione che fa una stima istantanea del costo di approvvigionamento di una risorsa. Pertanto, se abbiamo dei vincoli di spesa, possiamo dimensionare la nostra architettura virtuale in funzione del budget disponibile.

architettura Nutanix
Fonte: presentazione Nutanix

L’infrastruttura di Nutanix

Manosiz Bhattacharyya
Manosiz Bhattacharyya

Per darci una prospettiva più tecnica dell’infrastruttura adottata da Nutanix interviene sul palco Manosiz Bhattacharyya, Chief Technology Officer di Nutanix.

Bhattacharyya riparte dalla visione classica del cloud perché significativa di una semplicità di fruizione. Questa semplicità deve rispecchiarsi in una infrastruttura tecnologica.

Se osserviamo l’architettura del cloud di Nutanix riportata sopra, infatti, è possibile fare una serie di considerazioni importanti. Innanzitutto, le partnership rivestono un ruolo molto importante perché di fatto l’azienda colloca i propri cluster a stretto contatto con le infrastrutture degli altri hyperscaler. Secondo, si propone una unificazione di cloud pubblico e privato all’interno di una stessa infrastruttura logica che virtualizza non solo storage e capacità di calcolo, ma anche rete, meccanismi di sicurezza e alta affidabilità. Il CTO pone anche una forte enfasi sulla questione dei database, perché sono un punto dove è strategico ottenere delle altre prestazioni. La nuova architettura del database di Nutanix, infatti, è in grado di fornire una scalabilità indipendente dalla scalabilità dello storage sottostante.

Volendo riassumere, quello che l’architettura offre è una gestione semplificata dell’infrastrutura cloud attraverso Nutanix Central. Nutanix Central non si occupa solo dell’infrastruttura, ma anche delle applicazioni. Questo perché, dal punto di vista della multinazionale, approvvigionare una infrastruttura software non è diverso dall’approvvigionare delle applicazioni per gli utenti. Oggi, molte aziende usano sistemi virtualizzati e container per incapsulare servizi, ma secondo il CTO, questa situazione è destinata a cambiare.

nutanix simplified data management
Fonte: presentazione Nutanix

La visione del futuro

Guardando al 2024 e oltre, Nutanix vede in ambito multicloud una serie di sfide che si sta preparando a raccogliere.

Innanzitutto, c’è il problema del consumo energetico e della sostenibilità. In quanto azienda che fa software, l’ottimizzazione è per Nutanix la chiave di volta lungo tutta la catena produttiva. La sostenibilità, ovviamente, non si ottiene solo tagliando i costi ma anche usando i datacenter in maniera più sostenibile. Pertanto, Nutanix sta pensando di integrare indicazioni esplicite sul consume energetico direttamente all’interno della loro console di amministrazione.

Strettamente legato all’aspetto della sostenibilità è quello del contenimento dei costi. Il problema principale in questo caso è rappresentato dalla loro stima. Da una parte deve essere fatta sul singolo caso, perché ogni cliente fa storia a se, dall’altra c’è un problema di modello. I modelli di stima classici adottati im ambito IT, infatti, non sono oggi in grado di dare una risposta soddisfacente a questa domanda.

Il terzo punto riguarda IoT (volendo includere anche l’OT) e l’edge computing. Temi importanti visto il progressivo aumento di interesse che si sta osservando nelle reti 5G. Per Nutanix l’edge computing apre uno spazio estremamente ampio all’inteno del quale distribuire e gestire le applicazioni. Diventa però molto strategico ottimizzare l’uso della periferia della rete per evitare sprechi e contenere i costi.

Altro aspetto molto importante è, ovviamente, quello dell’Intelligenza Artificiale. Sul quale Nutanix è molto attenta (ne è testimone il suo progetto GTP in a Box) ma ammette anche che in questo momento c’è molto hype sul mercato. La AI, che non è solo quella di OpenAI/ChatGPT, ha molti casi d uso sia pubblici che interni ai clienti dell’azienda. Secondo Nutanix, comunque, l’efficienza tramite l’AI si può tradurre in un uso corretto dei modelli linguistici (LLM) forniti ai loro clienti come moduli per efficientare i processi.

Ultimo argomento, che non poteva mancare, è quello della security. Per Nutanix, il tema della security all’interno di una struttura multicloud non riguarda solo le applicazioni ma anche i dati. In particolare, la sicurezza dei dati offre oggi una prospettiva completamente nuova, anche in considerazione del dilagante fenomeno del ransomware. Su questo fronte si sta lavorando a sistemi di identificazione e intervento con tempi sempre più brevi.

Appuntamento a .NEXT 2024

L’appuntamento di Nutanix è per il prossimo anno al NEXT 2024 di Barcellona, in calendario dal 21 al 23 maggio.

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Dario Maggiorini

Si occupa di tecnologia e di tutto quello che gira attorno al mondo dell'ICT da quando sa usare una tastiera. Ha un passato come sistemista e system integrator, si è dedicato per anni a fare ricerca nel mondo delle telecomunicazioni e oggi si interessa per lo più di scalabilità e sistemi distribuiti; soprattutto in ambito multimediale e per sistemi interattivi. Il pallino, però, è sempre lo stesso: fare e usare cose che siano di reale utilità per chi lavora nel settore.

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