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Oracle e la ricetta per il futuro digitale dell’Università italiana

Competenze e tecnologie indispensabili per la transizione digitale del mondo dell'istruzione

Gli atenei del domani intrecceranno competenze e tecnologie digitali, facendo dialogare in continuo pubblico e privato. Questo quanto emerge dall’evento “L’accelerazione digitale dell’Università Italiana, chiave di volta per la ripresa del Paese“, che Oracle ha organizzato al Campus campano.

Oracle guarda al futuro dell’Università Italiana

All’evento in Campania hanno partecipato Vincenzo Loia, Magnifico Rettore dell’Università di Salerno e il professor Alfredo de Santis, delegato ICT dell’ateneo. Insieme a loro il professor Paolo Atzeni, Prorettore dell’Università Roma Tre e Giovanni Ravasio, VP & Country Leader Cloud Applications di Oracle Italia.

Un momento di incontro con al centro il futuro digitale delle università italiane. Anche nel quadro del PNRR, che come sappiamo preme sull’acceleratore della transizione digitale. Giovanni Ravasio spiega che per Oracle il settore dell’istruzione e dell’università è fondamentale. Oracle infatti collabora con la CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) per soluzioni innovative e infrastrutture ICT.

“Con le piattaforme cloud abilitiamo una pianificazione strategica degli obiettivi di innovazione, che permette agli atenei di crearsi un percorso graduale e flessibile; allo stesso tempo, garantiamo integrazione e li aiutiamo ad adottare un approccio che mette il dato al centro della costruzione di servizi e applicazioni diretti a studenti e docenti, con affidabilità e sicurezza”.

Oracle dall’estate 2021 collabora poi direttamente con l’Università Federico II di Napoli in ambi di sistemi e cloud infrastrutturale. Ma anche con il Politecnico di Milano per la gestione del capitale umano. E fuori dai confini nazionali le soluzioni Cloud ERP e HCM di Oracle aiutano Princeton, Stanford, Oxford, Cambridge e Harvard. L’università sta correndo al digitale e Oracle vuole essere accanto agli atenei in questa transizione.

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Affrontare il cambiamento, guidare l’innovazione

Se la transizione al digitale è un progetto in campo da tempo per molti atenei, è innegabile l’accelerazione portata dalla pandemia. Il Magnifico Rettore Loia dell’Università di Salerno ha ricordato come in breve tempo dopo il marzo 2020 l’università ha dovuto erogare 1.200 corsi a distanza, far laureare 13 mila studenti e gestire 350 mila esami online.

Ma l’emergenza sanitaria ha accelerato un processo amministrativo e didattico già in essere. Dalla verbalizzazione degli esami fino alla gestione di accessi al campus e ai parcheggi, il digitale rende più semplice la gestione delle migliaia di studenti e del personale, oltre che delle strutture dei 1.200.000 metri quadri del Campus (solo per il centro principale di Fisciano).

La consapevolezza di aver vissuto una situazione estrema non ci ha fatto perdere di vista la necessità di continuare a pianificare la nostra crescita sostenendo con nuove soluzioni la piattaforma molto complessa di back-office – che non si vede, ma che abilita tutte le attività e i processi che gli utenti vedono – e che è di fondamentale supporto anche per la ricerca e la didattica, oltre che base per le attività di attrazione di nuovi e potenziali studenti” ha spiegato Loia.

Il Delegato ICT dell’Università di Salerno Alfredo De Santis ribadisce il concetto. E spiega che stanno lavorando “sull’integrazione tra front-end e back-end, che punta a semplificare il lavoro dei diversi uffici e a liberare il tempo delle persone per operazioni a valore, basandosi su una piattaforma robusta e in grado di aiutare a riorganizzare e ripensare i processi per renderli più efficienti grazie all’innovazione”.

Integrare risorse umane e risorse informatiche

Se i passi verso la digitalizzazione dell’università (anche con gli strumenti Oracle) sono decisi e spediti, il fattore umano svolge un ruolo centrale. Come spiega Paolo Atzeni, prorettore dell’Università di Roma Tre.: “Per una digitalizzazione realmente efficace, è necessario integrare le risorse informatiche e le risorse umane: mettere intorno a un tavolo gli utenti dei diversi servizi e uffici di ateneo, gli esperti IT interni e i fornitori per comporre insieme, con il contributo delle diverse competenze, la soluzione più corretta. In quest’ottica, al momento di adottare nuove soluzioni non bisogna accontentarsi solo di fare una selezione tra le proposte dei vendor. Si deve chiedere al fornitore di dare un contributo di vera innovazione e non solo un’offerta di servizi”.

I sistemi amministrativi, finanziari e di controllo possono sfruttare al meglio la digitalizzazione. Ma serve la formazione delle figure chiave in questi ruoli. Con possibilità carrieristiche da non sottovalutare. Ravasio spiega: ”Molte opportunità vengono anche dalla digitalizzazione delle carriere interne e dalla digitalizzazione della cosiddetta carriera studente’ sperimentata con successo dall’Università di Salerno. E anche dalla creazione di esperienze digitali personalizzate con il supporto dell’AI, che diventano più attrattive verso nuovi potenziali iscritti.”

Oracle e il futuro digitale dell’Università: il ruolo del PNRR

L’interessante tavolo composto da Oracle, oltre a confrontarsi sulla direzione in cui si sta muovendo l’università italiana, ha provato a guardare al domani. In particolare, al ruolo del PNRR per lo sviluppo di questa realtà.

In un contesto complesso come quello universitario, l’utilizzo del dato come guida per sviluppare soluzioni adeguato non può essere sottovalutato. Come spiega Ravasio, serve prendersi cura del percorso intero. Dall’acquisizione delle informazioni fino all’analisi, per poi passare all’applicazione.

Atzeni sottolinea inoltre come questo impegno deve legarsi allo “sviluppo di una cultura della qualità del dato e della sua interpretazione, perché la comprensione da parte degli utenti e una maggiore maturità consentono di usare le informazioni per creare correttamente indicatori e algoritmi di Intelligenza Artificiale”.

Una visione olistica dei processi dell’ateneo può permettere di investire nella giusta direzione i fondi garantiti dal PNRR. Il digitale insomma non è solo un obiettivo, ma anche uno strumento essenziale in questa fase.

E per Oracle, la ricetta riguarda sia la tecnologia che le competenze. “Da un lato il nostro scopo è che le aziende, le organizzazioni adottino soluzioni che siano sostenibili anche oltre l’orizzonte tutto sommato breve dei quattro anni di PNRR” ha concluso Ravasio di Oracle. “Dall’altro, siamo impegnati sul fronte chiave delle competenze, che ci vede collaborare pro bono al grande piano di formazione digitale del personale lanciato dal Ministero della Pubblica Amministrazione”.

Trovate qui tutte le risorse di Oracle.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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