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DayBreakHotels, lo smart working in hotel è il nuovo trend

Secondo Daybreakhotels.com sempre più aziende scelgono gli hotel per far lavorare da remoto i propri dipendenti

Secondo le stime, solo il 30% degli oltre 8 milioni di lavoratori rientrerà in ufficio a settembre. Ma per rendere sempre più professionale e meno “domestico” lo smart working  le aziende stanno prendendo sempre di più in considerazione gli hotel come luogo di lavoro ideale per operare a distanza. Questo è quanto emerge dai dati a disposizione di DayBreakHotels, l’azienda che ha trasformato le stanze di di oltre 5000 hotel nel mondo in uffici temporanei, che ha osservato come dalla fine del lockdown ad oggi siano in forte crescita le prenotazioni business, tanto da arrivare a ben 300% in più rispetto al periodo pre-lockdown. Trend confermato anche dall’aumento del numero di hotel o appartamenti che vogliono affiliarsi a DayBreakHotels che è arrivato a più 250%.

“Già in fase 3 spiega Simon Botto, CEO di Daybreakhotels.com,  combinando la necessità di trovare una risposta alla crisi dell’hotellerie derivata dal crollo del turismo, con le nuove esigenze delle società e degli smart worker fiaccati da mesi in bilico fra pc e famiglia, abbiamo pensato di attivare un servizio dedicato per rendere più facile ad aziende e professionisti prenotare stanze e servizi direttamente dal nostro network di hotel”.

Smart working in hotel, l’alternativa ideale alla casa

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Simon Botto, CEO di Daybreakhotels.com

Creare le giuste soluzioni per lo smart working è stata un’evoluzione naturale per Daybreakhotels.com, la startup nata nel 2014 per rendere disponibili anche di giorno stanze e servizi di hotel di lusso in 16 paesi nel mondo In Italia attualmente sono 2000 gli alberghi affiliati.

“DayBreakHotels nasce da una sfida: rivoluzionare il concetto dell’hotel, rendendolo uno spazio liquido in grado di trasformarsi in ciò di cui il cliente ha bisogno e sfruttando così tutto ciò che queste strutture hanno da offrire: pensiamo a sale meeting, spa, piscine e ristoranti per una clientela più ampia  e “sveglia” che non va in hotel solo per pernottare – prosegue Botto –  partendo da qui la nostra visione oggi ci permette non solo di aiutare le strutture partner, per alcune delle quali siamo attualmente uno dei principali canali distributivi, ma soprattutto di fornire alle aziende e ai lavoratori una soluzione accessibile e sicura per lo smart-working”. 

Gli smart worker che scielgono di lavorare da un hotel sono in prevalenza uomini(65%) che in 1 caso su 2 lavora in una grande città e nel 75% dei casi ha figli in età scolare. Fra i servizi business più usati la meeting room e il business lunch servito in camera o in giardino. Piscina e palestra invece restano le mete preferite per la pausa.

Costi contenuti e “duty of care” per i dipendenti

Scegliere un hotel per lo smart working consente alle società di gestire il loro “nuovo luogo di lavoro” in modo flessibile ma rispettando i più alti standard di sicurezza e senza dimenticare il “duty of care” nei confronti dei propri dipendenti,.

smart working in hotel“La call nella sala riunione attrezzata, la connessione wi-fi sempre disponibile – prosegue il Ceo della startup – silenzio e, perchè no, un break in piscina o al bar”. In questi mesi lo smart working in hotel di lusso ma a prezzi accessibili non ha conquistato solo professionisti che già conoscevano il servizio, ma sono state moltissime le aziende, gli studi professionali e le società di consulenza, che hanno iniziato ad affidarsi alla startup per offrire ai propri lavoratori una soluzione sicura e organizzata. DayBreakHotels inoltre offre alle società una sezione del sito dedicata dove è possibile prenotare tutti i servizi e gestire tutte le prenotazioni monitorando i relativi costi”.

 

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Danilo Loda

100% "milanes", da una vita scrivo di bit e byte e di quanto inizia con on e finisce con off. MI piace tutto quello che fa rumore, meglio se con un motore a scoppio. Amo viaggiare (senza google Maps) lo sport, soprattutto se è colorato di neroazzuro.

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