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Legge di bilancio 2019: le novità per startup e industria 4.0

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Dopo il via libera del senato, il 30 dicembre 2018 arriva l’approvazione della camera. La legge di bilancio 2019 ha raccolto 313 voti a favore. Tante le novità soprattutto per i settori legati all’innovazione digitale, alle startup e a tutta la filiera di investitori, imprese e clienti dell’industria 4.0.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte commenta: “Siamo soddisfatti dell’approvazione. Ora ci prendiamo qualche giorno di pausa. Presto il popolo vedrà gli effetti positivi della manovra“. Anche Luigi di Maio si dichiara “soddisfattissimo” del via libera; un punto a favore del M5S?

È una manovra che punta a favorire le condizioni di crescita digitale, d’innovazione e che crede fortemente nell’ecosistema di startup. Oltre al reddito di cittadinanza e Quota 100 ci aspettiamo grandi cambiamenti nei settori delle imprese tecnologiche grazie a fondi, incentivi fiscali e un’apposita Web Tax.

Incentivo fiscale del 40%

Grazie a questa manovra, tutti coloro che investiranno in startup avranno uno sgravio fiscale fino al 40%. Il tutto grazie ad un fondo apposito atto a mobilitare 1 miliardo di euro di investimenti. Di questi, 100 milioni sono gestiti direttamente dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) che si occuperà di investire il 15% dei dividendi delle partecipate statali in altri fondi per le startup.

Con incentivo fiscale si intende una qualsiasi agevolazione consistente nell’esenzione dal pagamento di determinati tributi o nella riduzione del loro ammontare.

Questo significa che lo “sconto” del 40%, applicabile secondo criteri specifici, sarà coperto dal fondo appena citato. Una parte di questo fondo (100 milioni) servirà a finanziare direttamente altri fondi dedicati alle startup grazie al contributo di Cassa Depositi e Prestiti.

Grazie a questa misura (incentivo fiscale) gli investitori saranno attratti dal “mettere soldi” in una startup. Fenomeni come l’Angel Investing o il Crowdfunding saranno più fattibili e forse regolamentati. Per spronare Casse, fondi pensione, assicurazioni ed altre realtà che potrebbero investire consistentemente servono però ulteriori incentivi.

Credito d’imposta e iperammortamento

Passando al lato “più interno” delle imprese, con la digitalizzazione alle porte la legge di bilancio 2019 prevede un credito d’imposta nei confronti delle piccole e media imprese (PMI) per finanziare i settori di ricerca e sviluppo volti alla rivoluzione digitale. Industria 4.0, blockchain, cybersecurity e intelligenza artificiale (IA) sono solo alcuni dei temi trattati. 

Credito d’imposta: ogni genere di credito di cui sia titolare il contribuente nei confronti dell’erario dello Stato. Può essere destinato a compensare i debiti, diminuire le imposte dovute oppure se ne può richiedere il rimborso, quando ammesso, con la dichiarazione dei redditi.

Grazie ad un fondo di 250 milioni di Euro per il 2020, le imprese potranno accedere a questo credito in misura varia seconda della dimensione delle aziende: fino ad un massimo di 300.000 € per le piccole e medie, 200.000 € per quelle più grandi. Di grande aiuto al settore anche la crescente richiesta di profili professionali dedicati alla digitalizzazione.

Per le aziende che investono nel settore troviamo invece un iperammortamento progressivo che permette alle imprese di godere della rateizzazione del debito in misura variabile con l’investimento. In particolare troviamo un ammortamento del:

  • 270% fino a 2.5 milioni €
  • 200% dai 2.5 ai 10 milioni €
  • 150% dai 10 ai 20 milioni €
  • 140% per chi investe in software e altri prodotti per innovare la produzione
  • nessun ammortamento oltre i 20 milioni €

Per ammortamento si intende l’estinzione graduale di un debito, pubblico o privato. In modo simile al lato “contabile”, è la procedura per estinguere un investimento in un dato numero di anni (solitamente pari alla vita utile del bene). Per progressivo si intende un particolare tipo di ammortamento in cui le rate sono costanti, a differenza del caso a rata anticipata.

Con questo sistema, chiunque investa una determinata cifra nel settore innovativo potrà dedurre fiscalmente una percentuale di ammortamento in misura varia. Senza entrare troppo nel tecnico e nel dettaglio vi rimandiamo alla voce di wikipedia.

Un ulteriore investimento di 15 milioni di € all’anno dal 2019 al 2020 sarà dedicato ad un fondo per lo sviluppo di tecnologie innovative come possono essere l’intelligenza artificiale e l’Internet of Things (IoT).

Cosa prevede la Web tax?

Investimenti nel mondo del web grazie alla tassa sui ricavi delle grandi compagnie. Con un’aliquota (o tasso ai fini del calcolo del tributo) fissa al 3% da applicare a tutti i servizi effettuati con mezzi elettronici, le cosiddette transazioni digitali “B2B” non riguarderanno direttamente i consumatori ma solo gli operatori, con alcune esclusioni.

Come afferma il premier Conte nella conferenza stampa di fine anno: una “tassa limitata ai giganti del web“. Un’ulteriore dotazione di 1 milione di € sarà stanziata per interventi relativi alla cybersecurity.

Per chiarimenti ed approfondimenti vi rimandiamo al testo della Gazzetta Ufficiale.

Source
wired.itagendadigitale.eu

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