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La Russia dietro all’attacco a SolarWinds, le spie USA sono certe

FBI, NSA e CISA sono d'accordo. Ma in America molti pensano che il riconoscimento sia arrivato troppo in ritardo

Le spie americane sono certe: dietro l’attacco hacker a SolarWinds c’è la Russia. L’intera comunità dell’intelligence USA è d’accordo: FBI, NSA e CISA (Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) hanno rilasciato un comunicato congiunto attraverso attraverso l’Ufficio del Direttore della Intelligence Nazionale.

Ecco il responsabile dell’attacco a SolarWinds: la Russia

La comunità della sicurezza informatica nelle scorse settimane aveva già messo in chiaro che un attacco di questa portata doveva necessariamente avere dietro uno sponsor politico. I sospetti erano subito caduti sulla Russia, che già dalle elezioni presidenziali del 2016 aveva usato l’informatica per attaccare gli eterni rivali americani. Il comunicato delle agenzie di intelligence conferma questa ipotesi.

Il software Orion di SolarWinds monitora la rete di molte aziende americane e agenzie governative.  L’attacco hacker ha quindi compromesso non solo l’azienda ma moltissime realtà che sfruttano i suoi servizi. L’attacco coinvolge oltre “18.000 clienti” di Solawinds. Fra questi, “quasi 10 agenzie governative” americane, di cui non sono stati divulgati i nomi.

L’attacco, secondo le spie USA, “probabilmente ha origini russe“. Ma nel resto del comunicato si legge che ci sono “pochi dubbi” sul colpevole. Un’accusa diretta, anche per gli standard delle agenzie americane. Il Cremlino è il mandante.

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Una risposta tardiva?

Secondo il New York Times, il motivo per cui le agenzie si sono esposte è per mettere a tacere le voci alimentate dal Presidente uscente Trump. Negli ultimi giorni, infatti, aveva accusato su Twitter la Cina senza prove. Molti negli Stati Uniti pensano però che questo riconoscimento del coinvolgimento russo sia arrivato troppo tardi. Soprattutto il senatore Mark Warner, che chiede una risposta forte e immediata.

Una risposta da dare durante la complicata transizione democratica negli Stati Uniti. Con Biden pronto a entrare in carica il 20 gennaio, mentre Trump contesta ancora apertamente le elezioni. Una situazione delicata e in continua evoluzione, di cui vi terremo informati.

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Stefano Regazzi

Il battere sulla tastiera è la mia musica preferita. Nel senso che adoro scrivere, non perché ho una playlist su Spotify intitolata "Rumori da laptop": amo la tecnologia, ma non fino a quel punto! Lettore accanito, nerd da prima che andasse di moda.

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